Chiara Petrioli di WSense alla Climate Week di New York
La fondatrice della deep-tech, specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquea, tra gli innovatori internazionali chiamati dal World Economic Forum a supportare l’ONU sui temi chiave della sostenibilità.
Che avverte: “a rischio i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) per il 2030, una sfida essenziale per il nostro futuro”. Per l’imprenditrice romana “un errore la revoca da parte del Governo dei €300 milioni destinati al Fondo VC per le startup. L’economia dell’innovazione è il Made in Italy del futuro.”
C’è una tecnologia italiana, leader nel mondo, che in questi giorni è stata presentata all’ONU dal World Economic Forum nell’ambito della Climate Week per raccontare come si affrontano e vincono le sfide ambientali del futuro.
È quella creata da WSense, deep-tech company, specializzata in soluzioni “chiavi in mano” di monitoraggio e comunicazione subacquei senza fili, basati su tecnologie brevettate che hanno aperto la strada all’Internet of Underwater Things (IoUT). Una tecnologia di cruciale importanza che apre scenari decisivi per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030, sui quali proprio in questi giorni l’ONU lancia l’allarme.
Secondo l’organizzazione internazionale, infatti, con i Paesi che lottano per la ricostruzione post pandemica, l’indebolimento dell’economia, le tensioni geopolitiche e l’aggravarsi delle conseguenze del cambiamento climatico, il progresso verso gli SDGs è stato più lento di quanto necessario per rispettare le scadenze concordate nel 2015 dai 193 Stati membri delle Nazioni Unite.
Per scongiurare questo pericolo la piattaforma di innovazione Uplink del World Economic Forum ha invitato top innovators da tutto il mondo per spiegare come stanno utilizzando soluzioni basate sulla natura e sull’economia circolare per colmare il divario.
L’unica rappresentante dall’Italia è Chiara Petrioli, CEO di WSENSE, lo spinoff dell’Università Sapienza di Roma pioniere delle reti wireless sottomarine e dell’IoT degli abissi, i cui sistemi trovano applicazione in tutti i settori della Blue Economy: dall’energia rinnovabile alle infrastrutture critiche, dalla ricerca e tutela del patrimonio archeologico al monitoraggio e sorveglianza delle aree marine protette, all’acquacoltura, alla qualità ambientale, al monitoraggio del rumore.
Le soluzioni garantiscono un’osservazione in tempo reale e continua su vaste aree, e la connettività e l’interoperabilità tra sensori subacquei di qualsiasi casa produttrice e tipologia.
Consentono anche la connessione senza fili di subacquei e veicoli autonomi, il tutto grazie all’utilizzo di tecnologie che consentono comunicazioni sicure in real time tra nodi della rete affidabili ed economici.
“Il mio intervento a New York, in un contesto così prestigioso e rilevante per lo sviluppo sostenibile del pianeta – ha dichiarato Chiara Petrioli – non premia solo il progetto di ricerca dietro la nascita di WSense, ma è un riconoscimento alla capacità italiana di raggiungere la leadership tecnologica in settori ad alto impatto. La nostra creatività, competenza tecnica, capacità di innovare, le nostre innovazioni e tecnologie sono il vero Made in Italy, che può mettere l’Italia al centro di uno sviluppo economico solido e duraturo. Eccellere nel campo dello sviluppo sostenibile vuol dire coniugare benessere e ricchezza con una forte attenzione al mondo che lasceremo alle future generazioni. E le piccole aziende ad alta tecnologia svolgono un ruolo essenziale per rendere competitivo il sistema paese in un momento in cui siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione industriale”.
“Ecco perché – continua Petrioli – il provvedimento del Governo che sottrae al fondo per il sostegno al venture capital e alle startup 300 milioni per dirottarli su un altro per il Made in Italy appare da New York anomalo, a fronte delle decine di miliardi che gli Stati Uniti ma anche paesi minori stanno investendo, e appare tra l’altro in controtendenza rispetto allo scopo ultimo del DDL stesso, ovvero la “valorizzazione e la promozione delle eccellenze”.
Nel gennaio scorso, a Davos, il World Economic Forum aveva selezionato WSense quale vincitrice dell’UpLink Ocean Data Challenge come “azienda più innovativa al mondo nella raccolta e gestione dei Big Data allo scopo di proteggere l’ambiente oceanico”.
Di qui l’investitura nel ruolo di ambasciatori della tecnologia di avanguardia a tutela dell’ambiente a livello internazionale ed il conseguente invito ai Sustainable Development Impact Meetings 2023.
SUSTAINABLE DEVELOPMENT IMPACT MEETINGS (SDIM) 2023: CHE COSA SONO.
Convocati in concomitanza con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dal 18 al 22 settembre a New York, i Sustainable Development Impact Meetings (SDIM) riuniscono leader aziendali, responsabili politici, organizzazioni internazionali e imprenditori per partecipare a dialoghi guidati dall’impatto, al fine di progredire verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) e dare slancio alle prossime tappe, tra cui la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (COP28) e la riunione annuale del Forum nel gennaio 2024.
CHI È CHIARA PETRIOLI, FOUNDER E CEO DI WSENSE.
Ingegnera informatica e ricercatrice, dopo anni all’estero Petrioli rientra in Italia dove diventa professore ordinario, direttrice di 3 laboratori, Prorettrice della “Sapienza” Università di Roma con delega all’incubazione di impresa e infine dà vita a WSense con un gruppo di giovani talenti. Le sue innovazioni sono state raccontate dalla CNN, dal National Geographic e dalla BBC, e le sono valse un posto nella lista “top 2% world scientists” della Stanford University.
Nel settembre 2022 ha ricevuto il Women Startup Award powered by Intesa Sanpaolo Innovation Center nell’ambito del Premio GammaDonna come startupper più innovativa dell’anno.
Successivamente è stata tra le vincitrici dell’EIT Digital Challenge 2022 per i migliori imprenditori deep-tech europei.